Illinois, California, Washington: tre tappe per consolidare il più grande mercato vinicolo al mondo, gli Stati Uniti d’America, dove l’Italia vanta un ruolo da leader. Sarà un autunno caldo per i Simply Italian Great Wines, che nell’Usa Tour 2019 incontreranno il trade di tre metropoli chiave: Chicago, Los Angeles e Seattle.
L’evento ideato da I.E.M. – International Exhibition Management per promuovere l’enologia italiana nel mondo è molto più di una vetrina prestigiosa. Il format ormai consolidato dà alle aziende protagoniste la concreta opportunità di incontrare direttamente una selezione di professionisti locali, con un ricco programma di workshop commerciali, degustazioni e seminari guidati. Il tutto con la sapiente regia di I.E.M., che da oltre 10 anni presidia direttamente il mercato americano con la sede locale I.E.E.M. (dal 2007 a Miami). International Exhibition Management vanta rapporti consolidati e strategici con i più importanti professionisti dei mercati nordamericani: stampa, operatori, opinion leader e opinion maker.
La tappa nello stato di Washington è organizzata con la collaborazione di ICE Agenzia. «L’Italian Trade Agency è lieta di supportare il grand tasting di Simply Italian Great Wines a Seattle», spiega Maurizio Forte, Italian Trade Commissioner. «Crediamo che sostenere eventi come questo possa dare la concreta opportunità alle aziende vinicole italiane di raggiungere nuovi mercati e fasce di consumo. Il target è perfettamente in linea con la nostra campagna “Italian Wine: Taste the Passion”, lanciata ad aprile 2018 per promuovere il vino italiano negli Stati Uniti».
Perché esportare negli Stati Uniti?
- Gli Usa sono il principale mercato vinicolo al mondo per consumo (32,8 milioni di ettolitri nel 2018) e importazioni (4,8 milioni di euro complessivi nel 2017)
- Si prospettano ottimi margini di crescita per l’Italia nel settore dei fine wines. Il celebre rapporto qualità prezzo dei vini del Belpaese incontra la forte domanda di vino di qualità, una fascia di consumo immune alle flessioni di mercato. Crescere in valore resta il nostro obiettivo primario
- L’Italia gioca un testa a testa con la Francia per il primato fra i partner commerciali. Doppiamo i cugini d’Oltralpe per quantità di vino importato (3,1 milioni di ettolitri contro 1,6), ma dobbiamo recuperare terreno in valore (1.535 milioni di euro contro i 1.649 milioni della Francia). Dati gennaio-novembre 2018
- L’elevata capacità di spesa pro capite e il successo crescente del comparto vino fra le ultime generazioni (il 42% dei volumi di vino viene consumato dai millennial) rendono gli States un mercato ancora estremamente dinamico, pur essendo storico e consolidato
- Si registra un costante incremento dei consumi di vino importato a scapito di quello domestico (che pesa ancora il 63% in volume). E un’evoluzione nei modelli di consumo, con la graduale sostituzione della birra con il vino: il consumo pro capite ha raggiunto i 10 litri all’anno
- Il peso del nostro imbottigliato a denominazione vale 954,52 milioni di euro per 2 milioni di ettolitri, più della metà del nostro export complessivo in Usa. E continua a crescere in valore (+21,7%) e quantità (+27,7%)